Parkinson – Non solo una malattia del movimento
Fino a pochi anni fa il Parkinson era considerato un semplice disturbo del movimento. Spesso ancora oggi, nel breve tempo a disposizione durante una visita medica, vengono infatti discussi solo i problemi del movimento. In realtà, quando si evidenziano i disturbi di ordine motorio la malattia di Parkinson è già in uno stato avanzato, e circa il 40% delle cellule che producono Dopamina hanno perso la loro capacità di farlo. Esistono però dei sintomi, come la riduzione dell’olfatto, la tendenza alla costipazione o alcuni tipi di disturbi del sonno, che precedono anche di anni la comparsa di quelli motori, e si configurano come prodromi non riconosciuti in grado di facilitare
una diagnosi precoce.
Ecco un elenco, che spazia da una sintomatologia gastrointestinale a una di tipo neuropsichiatrico:
SINTOMI GASTROINTESTINALI
- Stitichezza: stipsi
- Scialorrea: salivazione eccessiva
- Disfagia: difficoltà di deglutizione
- Ageusia: perdita della capacità di percepire i sapori della lingua
- Nausea
- Reflusso, vomito
- Evacuazione dell’intestino insoddisfacente
SINTOMI AUTONOMICI
- Disturbi della vescica (frequenza, urgenza)
- Secchezza della superficie dell’occhio (xeroftalmia)
- Impotenza erettile
- Cadute dovute all’Ipotensione ortostatica
- SudorazioneSINTOMI SENSORIALI
- Disfunzione olfattiva (sensi del gusto e dell’olfatto)DISTURBI DEL SONNO
- Eccessiva sonnolenza diurna
- Insonnia
- Gambe senza riposo e movimenti ritmici degli arti
- Respirazione nel sonno disturbata
- Sogni vividiSINTOMI NEUROPSICHIATRICI
- Anedonia
- Apatia, ansia
- Deficit dell’attenzione
- Confusione
- Delirio (possibilmente indotto dai farmaci)
- Demenza
- Depressione
Alcuni dei sintomi elencati (ad esempio i disturbi del comportamento, le allucinazioni o i problemi cognitivi) possono condurre a situazioni pericolose e a una perdita dell’autonomia, fino a un necessario ricovero.
Per molti di essi esistono trattamenti efficaci. Con l’inizio della terapia, i disturbi mostrano nella maggior parte dei casi un netto miglioramento. Negli anni a seguire l’effetto dei farmaci può essere poi complicato da fluttuazioni, le quali possono a loro volta essere controllate con misure adeguate come farmaci ad assorbimento ritardato o a lunga durata di azione, nonché farmaci che prolungano l’effetto della levodopa.
20 Lug 2020